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Gaming accessibile

DALL’EYE-TRACKING ALLE INTERFACCE CERVELLO-COMPUTER (BCI)



Una persona sdraiata su un letto d'ospedale indossa un visore per la realtà virtuale e un EEG futuristico. Davanti a loro fluttua un interfaccia olografica con dati digitali luminosi e icone, inclusi schemi cerebrali, forme d'onda e un occhio stilizzato. L'illuminazione è soffusa e bluastra, tipica di un ambiente medico o tecnologico avanzato. Piccoli puntini luminosi svolazzano nell'aria e sul corpo del soggetto, aggiungendo un tocco magico.


INTRODUZIONE

L’industria videoludica sta subendo una trasformazione immensa tra semplice intrattenimento e spazi inclusivi. Tra le innovazioni più promettenti l’eye-tracking e le interfacce cervello-computer (BCI), soluzioni che aprirebbero nuove possibilità per chi convive con una disabilità motoria o cognitiva. L’obiettivo non è soltanto divertirsi, ma creare esperienze di dialogo e condivisione uniche per ogni videogiocatorə, rispettando le sue condizioni psicofisiche. In questo articolo comprenderemo come queste tecnologie stanno rivoluzionando il gaming accessibile, tra ricerche scientifiche, progetti e sfide future che ci interrogano come comunità.


COME FUNZIONA L’EYE-TRACKING

Immagina di poter muovere un personaggio, esplorare mondi virtuali o risolvere puzzle senza mai dover toccare il mouse o il controller. Per molte persone con disabilità motorie o cognitive, questa possibilità non è più un sogno: grazie all’eye-tracking e alle interfacce cervello-computer, il gioco diventa accessibile e immersivo come mai prima d’ora.

In particolare, l’eye-tracking trasforma i movimenti oculari in comandi precisi. Guardare un oggetto sullo schermo equivale a cliccare, selezionare o spostare un personaggio. Alcuni giochi sperimentali permettono di interagire con gli ambienti 3D e i personaggi semplicemente attraverso lo sguardo. Inoltre, esistono diverse piattaforme, tra cui Eye Gaze Games, che rendono gli occhi lo strumento principale per avanzare nella narrativa o decifrare gli enigmi.

Le BCI, invece, rappresentano una frontiera ancora sperimentale: quelle non invasive, basate su EEG (elettroencefalogramma) o fNIRS (Functional Near-Infrared Spectroscopy), riescono a rilevare un numero limitato di comandi (di solito uno o due gradi di libertà); mentre le versioni invasive garantiscono maggiore precisione ma comportano rischi significativi e complesse implicazioni etiche.

A questo proposito, il progetto Neuralink ha comunicato di aver avviato sperimentazioni su persone con lesioni spinali e SLA. Al momento, le informazioni disponibili sullo stato delle sperimentazioni pubbliche di Neuralink sono limitate. Gli esperti auspicano maggiore trasparenza, in linea con i principi della Dichiarazione di Helsinki.

Nonostante i limiti e le questioni etiche aperte, l’impatto di queste tecnologie è già tangibile. Vari studi scientifici, ad esempio “Hands-Free Eye Tracking System for Physically Disabled People” (PubMed, 2023), “A Study on the Use of Eye Tracking to Adapt Gameplay and Procedural Content Generation in FPS Games” (MDPI, 2018) e “Eye Tracking in Framework for the Development of Games for People with Motor Disabilities” (Springer, 2019), hanno iniziato a documentare i benefici concreti dell’eye-tracking e delle interfacce cervello-computer dimostrando che i videogiochi basati su essi possono aumentare l’autonomia, l‘immersione e la soddisfazione da parte dellə consumatorə, e ridurre la frustrazione e la fatica altrimenti causate dall’impossibilità di usufruirne.

In questo contesto, il gaming smette di essere un semplice passatempo e si evolve in un ambiente dove la tecnologia, la creatività, il divertimento e l’accessibilità si incontrano a tutti gli effetti.


COSA DICONO LE RICERCHE SCIENTIFICHE

Come appena accennato, negli ultimi anni alcune ricerche hanno mostrato come l’eye-tracking e le interfacce cervello-computer stiano ridefinendo il rapporto tra disabilità e videogiochi. Lo studio pubblicato sulla rivista Sensors (PubMed, 2023), intitolato “Hands-Free Eye Tracking System for Physically Disabled People” – condotto su un piccolo gruppo di dieci partecipanti e privo di un team di controllo – ha indicato che i sistemi di controllo oculare raggiungono una precisione fino al 95% con una latenza quasi impercettibile (0,0003 secondi per punto dati) e una frequenza stabile di 30 fotogrammi al secondo, permettendo interazioni fluide e affidabili per persone con disabilità motorie impattanti.

La casa editrice scientifica svizzera Multidisciplinary Digital Publishing Institute (MDPI), nel 2018, ha reso pubblica la ricerca “A Study on the Use of Eye Tracking to Adapt Gameplay and Procedural Content Generation in FPS Games”, in cui ha osservato un aumento della concentrazione e del coinvolgimento emotivo nellə giocatorə che utilizzano lo sguardo come input primario, rispetto al gruppo di controllo. Tuttavia, l’efficacia varia a seconda di fattori ambientali come la luce, la distanza dallo schermo e l’uso degli occhiali.

Successivamente, nel 2019, l’analisi denominata “Eye Tracking in Framework for the Development of Games for People with Motor Disabilities” della casa editrice accademica tedesca Springer, ha proposto un framework pensato per aiutare lə sviluppatorə a creare videogiochi accessibili sin dalle prime fasi di programmazione. Lə autorə hanno evidenziato che la progettazione nativa per l’eye-tracking potrebbe ridurre in alcuni casi la frustrazione e rafforzare la motivazione, favorendo un’interazione più naturale e continua con l’ambiente di gioco. Infine, nel 2024 è stato condiviso lo studio “User Evaluation of a Shared Robot Control System Combining BCI and Eye Tracking in a Portable Augmented Reality User Interface” (MDPI, Sensors), il quale ha approfondito ulteriormente l’integrazione tra BCI ed eye-tracking nella realtà aumentata. Le conclusioni hanno sottolineato che la sola tecnologia eye-tracking assicura un tasso di successo perfetto e tempi di risposta più rapidi. Inoltre, il livello di affaticamento mentale risulta inferiore con l’uso esclusivo degli occhi, e l’esperienza complessiva è stata valutata come più intuitiva in 11 delle 26 metriche analizzate.

Questi risultati trovano un riscontro anche nella mia esperienza personale: da ragazza con una disabilità neuromuscolare molto debilitante, ho la fortuna di poter utilizzare l’eye-tracking per comunicare e vivere la mia vita nel modo più completo possibile. Infatti, giocare con l’eye-tracker a The Sims 4 mi ha donato la gioia di costruire, arredare case e gestire i miei personaggi direttamente con il movimento oculare, perdendomi nelle loro storie per ore durante i classici periodi emotivamente intensi per me. In Among Us, al contrario, la tensione di spiare chi sospetto essere un killer o, a mia volta, uccidere i bersagli diventa quasi fisica ed elettrizzante aiutandomi a scaricare la rabbia e le mie frustrazioni personali..

Il gaming inclusivo, dunque, è una rivoluzione tecnologicamente geniale poiché le istruzioni oculari e gli impulsi cerebrali sono potenti gesti di autodeterminazione delle persone con disabilità. E la vera partita oggi non è vincere, ma poter giocare liberamente, al pari di qualunque essere umano.


CURIOSITÀ

  • I sistemi di eye-tracking raggiungono una precisione fino al 95% e consentono un controllo “hands-free” fluido e immediato (PubMed, 2023);

  • Secondo MDPI (2018), i giochi che reagiscono ai movimenti oculari possono offrire un’esperienza più immersiva e coinvolgente rispetto ai comandi tradizionali;

  • Springer (2019) ha evidenziato che i giochi progettati fin dall’inizio per l’eye-tracking aumentano la motivazione e riducono la frustrazione delle persone con disabilità motorie;

  • MDPI (2024) ha dimostrato che, negli ambienti di realtà aumentata, l’eye-tracking risulta più efficiente e meno faticoso rispetto alle interfacce cervello-computer.


GLOSSARIO

  • Eye-tracking/eye-tracker: tecnologia che rileva e interpreta i movimenti oculari, trasformandoli in comandi digitali;

  • BCI (Brain-Computer Interface): interfaccia cervello-computer che legge i segnali neurali e li traduce in azioni sul dispositivo. Può essere invasiva (con microelettrodi impiantati nel cervello) o non invasiva (come l’EEG);

  • Microelettrodi: sensori minuscoli che vengono inseriti nel cervello per rilevare l’attività elettrica dei neuroni;

  • EEG (elettroencefalogramma): strumento non invasivo che misura l’attività elettrica cerebrale attraverso dei sensori posti sul cuoio capelluto;

  • fNIRS (Functional Near-Infrared Spectroscopy): strumento non invasivo che utilizza la luce infrarossa per misurare l’attività cerebrale. Rileva le variazioni del flusso sanguigno e dell’ossigenazione nei diversi punti del cervello, fornendo informazioni su come la mente reagisce durante il gioco o altre attività cognitive;

  • Realtà aumentata: tecnologia che sovrappone elementi digitali al mondo reale, visibili con smartphone, tablet o visori. Permette di interagire con l’ambiente fisico arricchito dalle informazioni virtuali in tempo reale;

  • Interazione “hands-free”: modalità di controllo di un dispositivo che non richiede l’uso delle mani, ma sfrutta movimenti oculari, input vocali o segnali cerebrali.


L’ETICA E IL FUTURO DEL GAMING

Il progresso tecnologico non si misura solo in termini di algoritmi, velocità o potenza, ma anche nella capacità di accogliere chi finora è rimastə ai margini. Le tecnologie assistive sono simboli di libertà, perché restituiscono un po’ di quell’autonomia che – purtroppo – alcune persone perdono sin dalla nascita. Ma è necessario e doveroso porsi delle domande etiche: chi ha veramente accesso a questi dispositivi? E in futuro, saranno economicamente sostenibili e tutelati dalle norme sulla privacy dei dati cerebrali e biometrici?

Attualmente, il gaming inclusivo rappresenta un laboratorio di diversità e diritti: un luogo dove la tecnologia fa da scudo alla dignità umana. Le sfide future non riguardano solo il perfezionamento dei sensori o dei software, ma la costruzione di una cultura videoludica che rispetti ogni corpo e ogni mente. Serviranno politiche di accessibilità condivise, investimenti pubblici e un dialogo permanente tra sviluppatorə, istituzioni e comunità delle persone con disabilità. Solo così potremo davvero parlare di un mondo videoludico capace di includere tuttə.


CONCLUSIONE

La rivoluzione dell’accessibilità videoludica è già agli inizi, ma il suo futuro dipenderà dalla nostra capacità di adattamento e trasformazione. Le tecnologie assistive come l’eye-tracking e le interfacce cervello-computer non sono solo un passo avanti nella ricerca, ma una promessa di libertà per milioni di persone con e senza disabilità. Dietro i sensori e i segnali cerebrali, appaiono storie di riscatto sociale e desiderio di partecipare: il diritto di giocare, creare, vivere pienamente anche tramite un mondo virtuale.

Ti invitiamo a condividere l’articolo, commentare la tua esperienza e contribuire a costruire una comunità che riconosce nell’accessibilità un diritto fondamentale dell’uomo.

Scopri di più sui progetti internazionali citati visitando le pagine ufficiali di Neuralink e Cognixion, due realtà che stanno riadattando il futuro dell’interazione uomo-macchina.


FONTI


Vivi il futuro del gaming inclusivo!


Scopri come l’eye-tracking e le interfacce cervello-computer stanno rivoluzionando il modo di giocare per chi convive con disabilità motorie o cognitive. Condividi questo articolo, raccontaci la tua esperienza e partecipa alla costruzione di una comunità che mette l’accessibilità al centro del gioco.


Esplora anche i progetti internazionali di Neuralink e Cognixion e lasciati ispirare dalle tecnologie che rendono il gaming un diritto per tuttə.


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